(testo tratto dalla pagina web del sito : naturaeartificio.com)
Riscoperta dagli studi degli anni '80 del secolo scorso, era di pertinenza di quegli "orti" che salivano le pendici della collina dell'Aquasola, poco discosti dalla villa alessiana di Giovan Battista Grimaldi presso il Bisagno.
Attualmente risulta privata del suo contesto di giardino e, in una zona centrale della città, è stata fagocitata nelle trasformazioni ad uso sportivo dell'area circostante, di proprietà del Tennis Club.
Anche di questo manufatto, chiuso brutalmente tra muri di cemento, si era persa memoria, e questo ha indubbiamente agevolato i devastanti interventi che ne hanno purtroppo compromesso leggibilità e pieno recupero.
Struttura decorativa e tecnica rimandano agli esempi precedenti: dopo un breve atrio la cui volta è decorata da putti che giocano su un tralcio di vite, è un vano ottagonale le cui pareti ospitano nicchie con voltine a valva di conchiglia e vasche circolari coperte di ciottoli bianchi e neri.
L'intera volta è percorsa da una scena di caccia con uomini armati in abiti cinquecenteschi, cani lepri ed altra selvaggina; al centro una corona di fiori e frutta ornava l'originale apertura del lanternino. Questa iconografia, che ha spunti naturalistici ed archeologici, rimanda probabilmente agli Horti Farnesiani del Palatino a Roma.